sabato 17 dicembre 2016

Quanto dura in carica il governo


Contrariamente a quanto si potrebbe pensare e diversamente da quanto in questi giorni di discussione sul nuovo governo Gentiloni si sente proclamare anche dai giornalisti, il Consiglio dei Ministri viene nominato dal Presidente della Repubblica con durata indeterminata.

Negli articoli della costituzione che ne regolano la nomina infatti non vi è alcuna indicazione in merito alla durata salvo il fatto che il Governo si dimetta o venga sfiduciato dal Parlamento. In assenza di queste due ipotesi il Presidente del Consiglio ed i Ministri potrebbero restare in carica sine die. In altri termini, analogamente al Presidente della Repubblica, un governo potrebbe durare per piú legislature anche se in effetti si è spesso verificato il caso contrario, nel quale nella medesima legilatura si sono avuti piú governi.

Sono quindi del tutto destituite di fondamento le affermazioni di coloro che si preoccupano dei prossimi incontri a livello internazionale in relazione a possibili nuove elezioni politiche. Che poi la prassi possa essere quella di presentarsi dimissionari in seguito allo scioglimento delle Camere o subito dopo la nomina di un nuovo Parlamento per consentire che si formi un governo in conformità al voto popolare non implica che, in caso anche di elezioni anticipate, in attesa dell'insediamento di Deputati e Senatori neoeletti e della eventuale formazione di un nuovo Consiglio dei Ministri, il precedente abbia quindi meno poteri: tutt'al piú potrebbe essere considerato scarsamente rappresentativo nel caso in cui la compagine politica di cui è espressione, che ne aveva in altri termini votato la fiducia prima delle elezioni, esca sconfitta dalla nuova tornata elettorale. In tale ipotesi ovviamente sarebbe sufficiente la mozione di sfiducia di una nuova maggioranza parlamentare per giungere alla formazione di una diversa compagnine governativa.
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Testi costituzionali (fonte: sito web del Senato)

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La Costituzione

Parte II
Ordinamento della Repubblica

Titolo III

Il Governo

Sezione I

Il Consiglio dei Ministri

Articolo 92

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Articolo 93

Il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.

Articolo 94

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Articolo 95

Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri.
I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri [cfr. art. 89].
La legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei Ministeri [cfr. art. 97 c.1].

Articolo 96

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale.





mercoledì 14 dicembre 2016

Elezioni 2013

Dal prospetto ripreso da Wikipedia  si evincono alcuni aspetti di estrema importanza:

  • tramontata l'epoca del bipolarismo, sulla cui base fu fatta anche la legge elettorale, ecco apparire sulla scena politica italiana il terzo polo costituito dal Movimento 5 stelle
  • il differenziale  tra il prim o (PD) e il secondo polo (PdL) sia in termini di voti che in percentuale è veramente minimo e non giustifica la sproporzionata assegnazione di un premio di maggioranza alla Camera dei Deputati di oltre 100 deputati
  • il PD perde quasi l'8% rispetto alle precedenti elezioni.....e ottiene 87 seggi in piú
  • il Polo delle Libertà ha ricevuto solo lo 0,44% in meno di voti rispetto al PD....e si è ritrovata con 119 deputati in meno
  • secondo la prassi introdotta con il bipolarismo il leader della formazione politica vincente, avrebbe dovuto essere il primo ministro designato, nel rispetto della volontà degli elettori, dal presidente della Repubblica e invece...... fino al 28 aprile 2013 rimase presidente del Consiglio Monti, poi fu designato Letta, successivamente Napolitano designó Renzi .....e ora Gentiloni: alla faccia delle scelte degli elettori!
Se questo "premio sproporzionato" è stato a buona ragione considerato incostituzionale, come puo' essere considerata legittima l'attività di questo parlamento?

Elezioni politiche italiane 2013

Italia Italia

24-25 febbraio 2013

XVII
Pier Luigi Bersani daticamera.jpgSilvio Berlusconi crop.jpgBeppe Grillo 3.jpg

Pier Luigi
Bersani
Silvio
Berlusconi
Beppe
Grillo

Partito DemocraticoIl Popolo
della Libertà
Movimento
5 Stelle

Italia.
Bene Comune
Coalizione
di centro-destra

Voti / %
nessuna

10 353 275
29,55 %
10 074 109
29,11 %
8 797 902
25.55 %

344 / 630
(Camera)

123 / 315
(Senato)
125 / 630
(Camera)

117 / 315
(Senato)
109 / 630
(Camera)

54 / 315
(Senato)

Red Arrow Down.svg 7,99Red Arrow Down.svg 17,58nuovo partito
Green Arrow Up.svg 87Red Arrow Down.svg 274nuovo partito


martedì 13 dicembre 2016

La fiducia a Gentiloni

Durissimi gli attacchi al governo-fotocopia da parte di tutti i componenti dell'opposizione ma, seppure in misura minore, dure anche le critiche da coloro che pur schierati col governo ne sono stati esclusi.

É veramente eclatante ascoltare con quale enfasi, con quale prosopopea, i sostenitori di questo governo affermano di aver fatto cose di cui non si riscontrano tracce di rilievo nella realtà di un Italia ormai allo stremo. Si trovano per contro, eccome, tracce ben evidenti nelle spese folli sostenute con finanziamenti a pioggia finalizzati solo ad ottenere un voto favorevole al quesito referendario: elemosine che non sono certo servite ad ingraziarsi coloro che, soprattutto al sud del paese, soffrono da anni gli effetti negativi di politiche miopi.

Con la fiducia ottenuta nei giorni scorsi sulla legge di bilancio si sono persi i dettagli delle varie voci di spesa previste per il prossimo triennio, oltre che di quanto sperperato sulle spalle degli Italiani nel 2016.

Vergognose le giustificazioi per una cosí rapida soluzione di questa farsesca crisi di governo, sicuramente già decisa a tavolino prima ancora della ufficializzazione delle dimissioni di Renzi al Quirinale.

Resta irrisolto un quesito di fondo da me posto in queste pagine sulla legittimità non tanto del governo, quanto piuttosto del Parlamento che gli sta votando la fiducia; parlamentari non legittimati ad essere tali se, come stabilito dalla Corte Costituzionale, la legge con cui furono eletti e con la quale il PD ottenne un cosí ampio premio di maggioranza è incostituzionale.

É fatta, Gentiloni all'apice del potere repubblicano

Parafrasando liberamente un post letto stamattina su Facebook diró che Gentiloni è il gentiluomo poco gentile e molto pericoloso sotto quel sorriso sornione, di origini cattoliche ma non cattolico, sessantottino arrivista e poco comunista che è riuscito nell'impresa di conquistare il potere di governare un'Italia ormai allo sfascio economico, invasa da orde di falsi migranti, su madato di un bugiardo  Renzi di cui ha spudoratamente riaffermato la continuità, sprezzante del giudizio del poppolo Italiano.

Mattarella, altro perbenista profondo conoscitore dei meccanismi costituzionali cui naturalmente si è rigorosamente attenuto, ignorando anch'egli la sostanza del profondo disagio popolare verso il potere di palazzo espresso da ben il 60% degli Italiani.

Questo il risultato:


Un'accozzaglia di arrivisti che farà di tutto per restare al potere fino alla fine di una legislazione illegittima perché fatta di parlamentari eletti con una norma dichiarata incostituzionale: ma come é possibile che si dichiari una norma contraria alla costituzione, imponendone la correzione, e non se ne correggano gli effetti distorti di una maggioranza artificiosa che darà ancora una volta una fiducia ad un governo che, per diretta conseguenza, non puó essere considerato costituzionalmente legittimo?


lunedì 12 dicembre 2016

Ma in che senso "governo non eletto"?

Diversi commenti chiarificano sul web perché, anche se taluni sostengono impropriamente, si puó parlare di "governo non eletto" per Gentiloni, Renzi e i loro immediati predecessori. Ne riporto alcuni che mi sono stati riferiti di recente:

Avv. Marco Mori - Studio Legale

Mattarella ci commissaria e manda un altro collaborazionista UE a Palazzo Chigi. Adesso basta!

Il cappello pensatore

Come sarebbero stati Camera dei Deputati e Senato senza il Porcellum?




Composizione ParlamentoCameraSenato
PorcellumsenzaPorcellumsenza
Partito Democratico29747.1%17728.1%11034.9%9429.8%
Movimeto 5 Stelle10917.3%17027.0%5417.1%8527.0%
PDL (*)9815.6%13521.4%9831.1%7724.4%
Lega Nord182.9%294.6%175.4%134.1%
Scelta Civica396.2%579.0%196.0%299.2%
Altri6911.0%629.8%175.4%175.4%
630100.0%630100.0%315100.0%315100.0%
Fonte: www.liberoquotidiano.it
(*) situazione alla data di insediamento senza tener conto dei parlamentari transfughi (Alfano, Verdini ecc.)

L'attuale composizione del Senato

Senato della Repubblica
Logo del Senato della Repubblica Italiana.svg
Palazzo Madama - Roma.jpg
Palazzo Madama, sede del Senato
TipoBicamerale
Istituito1861
Operativo dal1861
PresidentePietro Grasso (PD)
VicepresidentiValeria Fedeli (PD)
Linda Lanzillotta (PD)
Maurizio Gasparri (FI)
Roberto Calderoli (LN)
Ultima elezione2013
Numero di membri320 (315+5 a vita)
Senate of Italy 2014.svg
Gruppi politiciMaggioranza[1]
  PD (113)[2]
  AP (NCD-UDC)(30)
  Aut.-PSI-MAIE (19)
  AL-A (18)
  Altri (9)
  FI (42)
  M5S (35)
  LN (12)
  CoR (10)
  Altri (31)
Impiegati841
SedeTorino (1861-1865)
Firenze (1865-1871)
Roma (dal 1871)
IndirizzoPiazza Madama, 11
Sito webwww.senato.it

L'attuale composizione della Camera dei Deputati


Camera dei deputati
Logo della Camera dei deputati.svg
129PalazzoMontecitorio.JPG
Palazzo Montecitorio, sede della Camera
TipoBicamerale
Istituito1861
Operativo dal1861
PresidenteLaura Boldrini (SI)
VicepresidentiMarina Sereni (PD)
Roberto Giachetti (PD)
Simone Baldelli (FI)
Luigi Di Maio (M5S)
Ultima elezione2013
Numero di membri630
Chamber of Deputies of Italy 2014.svg
Gruppi politiciGoverno[1]
  PD (301)
  AP (NCD-UDC) (30)
  CeI (17)
  SC-ALA (16)
  DemoS-CD (13)
  MISTO (18) [2]
  M5S (91)
  FI (50)
  SI (31)[3]
  LN (19)
  FdI-AN (10)
  MISTO (34)[4]
Impiegati1 551 impiegati
SedeTorino (1861-1865)
Firenze (1865-1871)
Roma (dal 1871)
IndirizzoPiazza di Monte Citorio, 1
Sito webwww.camera.it

Conclusione

La conclusione che mi permetto di trarre è molto semplice: forse entrambi gli schieramenti, sia chi sostiene che si tratti dell'ennesimo governo non eletto che chi sostiene che mai un governo fu eletto direttamente dal popolo, hanno nella sostanza ragione ma con dei distinguo formali molto importanti.

L'illegittimità sia del governo Renzi che di quello presieduto da Gentiloni, se otterrà la fiducia, sta nella mancanza di legittimazione del Parlamento deputato a votarla la fiducia e non già nella nomina, costituzionalmente conforme, da parte del Presidente Mattarella.

La legittimazione dell'attuale Parlamento

Trovo interessante riportare un passaggio dell'intervento del magistrato Nino di Matteo (1) fatto  a "Una notte per la Costituzione", evento tenutosi a Palermo il 21.10.2016 (testo integrale ) che stigmatizza l'illegittimità dell'attuale Parlamento, eletto con una norma dichiarata incostituzionale, a legiferare sulla riforma della Costituzione stessa:

"La prima premessa è che questa riforma costituzionale è stata adottata da un Parlamento eletto, o meglio di nominati piuttosto che eletti, sulla base di una legge elettorale dichiarata dalla Corte costituzionale illegittima. La sentenza è del quattro dicembre 2013, nove mesi dopo l’elezione del Parlamento oggi in carica, eppure a nessuno, né al Quirinale né ai Governi che si sono succeduti Letta e Renzi se non a pochi nello stesso Parlamento, è venuto in mente che un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, a mio parere, non può avere la legittimazione morale necessaria a modificare profondamente la Costituzione."

(1) Antonino Di Matteo, detto Nino, è un magistrato italiano. Dal 2012 è presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati di Palermo. A causa della sua attività, Di Matteo è sotto scorta dal 1993.

A questo io mi permetto di aggiungere che in realtà, se si accetta questo importante postulato, l'attuale Parlamento non è legittimato e punto. Non è quindi legittimato a votare la fiducia sul nuovo governo Gentiloni o altri che sortissero dal cappello del presidente Mattarella.

Il bipolarismo e gli accordi di governo pre-elettorali

Con l'avvento del bipolarismo, ormai superato dall'ingresso sullo scenario politico del Movimento 5 Stelle con un forte ridimesionamento dei partiti del vecchio centro-destra, era stato affermato un principio per il quale la forza politica che riportava la vittoria alle elezioni avrebbe espresso il governo, il cui presidente sarebbe stato il leader della stessa: in concreto cio' si era verificato con la vittoria di Forza Italia e la formazione del governo con presidente Berlusconi.

Sotto il profilo formale anche in tale occasione il suo incarico era stato determinato dal presidente della Repubbliche che:
a) non avrebbe potuto non tener conto della designazione popolare attraverso il voto del nuovo premier
b) non poteva nel procedere alla nomina di un governo non tenere altresi' conto che lo stesso dovesse anche avere i numeri in Parlamento per ottenere la fiducia.

Si è cosi' consolidato un principio di "elezione popolare del presidente del Consiglio" che formalmente non era e non è comunque tale. Nella forma non si puó quindi dare torto a chi sostiene che sia improprio parlare di nomina elettiva del governo che, se non si modificherà la costituzione, resta appannaggio del presidente della Repubblica.

La prassi introdotta, ma non normata costituzionalmente nè con altra legge, era evidentemente tesa ad evitare che si formassero governi difformi dalle scelte degli elettori, attraverso coalizioni diverse da quelle palesate in fase pre-elettorale. Mancando peró una chiara interdizione al passaggio, dopo l'elezione, di un parlamentare da un gruppo ad un altro piuttosto che la formazione di un proprio gruppo (vedasi per tutti il caso Alfano) ed essendosi in ogni modo formato un micro-cosmo di partiti molto frazionato questa prassi non è risultata in effetti piú praticabile.

Governo del popolo o governo del presidente della Repubblica?

In questi giorni di fervente attività del presidente della Repubblica Mattarella per la designazione di un nuovo governo, o sarebbe meglio dire di un adattamento del governo Renzi senza Renzi stesso che ha rifiutato il reincarico, pur restando in politica alla guida del PD, molti gridano allo scandalo per un nuovo governo "non eletto dal popolo". Altri, evidentemente sostenitori del "renzismo" e del mantenimento del potere nelle mani del PD, piuttosto che (in rari casi) di osservatori neutrali, sostengono che mai nella Repubblica Italiana vi fu un "governo eletto" ma sempre di designazione del presidente della Repubblica con convalida (voto di fiducia) delle Camere.

Il testo dell'articolo 92 della costituzione vigente parla chiaro:



la nomina del governo, presidente e ministri inclusi, spetta al presidente della Repubblica.


Giova qui ricordare che il nostro sistema di democrazia rappresentativa prevede che siano quindi i rappresentanti eletti dal popolo, ossia i parlamentari delle due Camere, a dare l'imprimatur con il voto di fiducia al governo nominato dal presidente della Repubblica. Indirettamente questo sistema porta quindi ad una conferma del governo da parte degli eletti dal popolo e pertanto dal popolo stesso.